Il morbido relax e l’avvolgente comodità delle nostre junior suite attendono gli ospiti del Relais Villa Gozzi. Momenti ricchi di tradizione e di natura accompagnano ogni singolo giorno: il ritrovo delle proprie radici, il riequilibrio interiore, anche semplicemente una buona tazza di tè sono il nostro biglietto da visita.
Il corpo respira perché le camere sono ampie. Il sonno è rigenerante perché i letti sono immensi. Gli occhi si rilassano perché i colori sono caldi. Si è circondati dal legno naturale che è ossigeno fresco dei boschi; dalla pietra bianca dei Berici che è vigore della terra; dal fuoco del camino o della stube che accende le passioni e gli animi; dall’acqua che è memoria del grembo materno.
Il giardino esterno è spazio aperto dove ossigenarsi o riscaldare la pelle con i raggi del sole: punto di partenza verso le mete cittadine o collinari, assaporando il Veneto nella sua splendida grandezza.
La storia
La villa sorge sulle fondamenta (ancora in parte visibili) di un fortilizio o un avanposto con torretta di controllo, probabilmente databile tra il 1200 e il 1400. Sono tutt’ora conservati, nella struttura stessa della dimora, i segni del sistema di difesa del fortilizio costituiti da inserti murari di pietra scolpiti in modo conico così da agevolare i movimenti del soldato all’interno delle stanze proteggendolo dagli attacchi dall’esterno. I Colli Berici erano controllati militarmente da torrette o, appunto, da avanposti che si ergevano sui promontori in modo da vigilare le vallate sottostanti.
Nel tardo 1500 / inizio 1600 fu edificata la villa, attribuita dal Fasolo a Giandomenico Scamozzi e, successivamente, le stalle e la cappella gentilizia dedicata alla Madonna della Pace, ultimata nel 1704 (fonti: Renato Cevese – Ville della Provincia di Vicenza – Tomo II, pag. 303, ref. Villa Todescan).
La villa, nel gergo dialettale dei nostri vecchi, veniva comunemente denominata “casermon de la pila” e ricordata come un opificio di lavorazione del riso. Probabilmente la memoria storica ha tramandato la prima vera destinazione della villa cioè un opificio che ospitava una “pila” per il riso, un macchinario rudimentale in pietra e legno che serviva per separare la buccia dal chicco di riso. L’ipotesi è avvalorata anche dal fatto che le campagne delle vallate sottostanti sono state bonificate solo negli ultimi secoli: quindi prima erano acquitrini, zone umide, risorgive, luoghi ideali per la coltivazione del riso. Ancor oggi, la zona ultima della vallata viene chiamata “Le Acque” e sono presenti alcune risorgive di acque ferruginose.
Alcune fonti riportano la notizia che la villa nel 1800 fosse sede municipale del “Comune di Pila” (poi erroneamente trasformato in “Pilla”, oggi Comune di Arcugnano) ma il Maccà riferisce nei suoi studi che nel 1813 la villa era già abitata dalla famiglia Bornigni.
La villa sorge ad un’altitudine di 81 metri slm e la piccola frazione circostante ospita meno di una 50-ina di persone.
La villa (un rudere oramai stremato dal tempo, abitato da quasi una decina di famiglie tra corpo centrale, stalle e cappella) fu acquistata nel 1973 da Giorgio Gozzi, avvocato in Vicenza (1925-2001) che, insieme alla sposa Vilma, la ristrutturò; la abitò con il padre Giovanni Gozzi (1892-1983) e nei periodi estivi con la consuocera Maria Bogon ved. Berno (1907-2004). Dei figli uno, Paolo, la trasformò in “fondazione”, decise di renderla viva aprendola ai visitatori e di trasformarla in alloggio ed azienda agricola.